Il G7 e il problema della regolamentazione bancaria

Il gruppo di ministri delle finanze e di banchieri centrali degli stati del G7 hanno detto che si stanno muovendo verso una revisione delle regole bancarie, al fine di assicurare che qualsiasi istituto di credito sull'orlo del fallimento possa essere fermato senza minacciare la stabilità finanziaria. Si parla di un’ampia discussione sulla regolamentazione bancaria, secondo le parole del numero uno della Banca centrale europea Mario Draghi.

I leader dell'Unione europea hanno iniziato a lavorare sul sindacato bancario già lo scorso anno al fine di mettere fine al ciclo di contagio tra le nazioni e i loro finanziatori, che ha afflitto la zona euro negli ultimi tre anni. Un piano europeo di risoluzione del settore bancario dovrebbe essere proposto entro il prossimo mese di giugno. E' importante completare rapidamente il lavoro al fine di garantire che non ci siano più banche troppo grandi per fallire. Sono queste le parole del cancelliere dello Scacchiere britannico, George Osborne, dopo la riunione.

 

Un funzionario del Tesoro degli Stati Uniti, parlando con i giornalisti, ha detto che i partecipanti hanno parlato di come muoversi rapidamente verso un'unione bancaria. Nelle scorse settimane, la crisi di Cipro ha dimostrato l'importanza di una piena unione bancaria dell'area dell'euro, con un unico meccanismo di controllo e una sola autorità che possa decidere se chiudere o meno le banche. Gli Stati Uniti hanno premuto anche sul fatto che l’Europa possa trovare il modo per sbloccare le linee di credito delle banche verso le piccole e le medie imprese, tema “caldo” che è stato discusso dai ministri.

 

La percezione degli investitori che le più grandi banche degli Stati Uniti sono ancora troppo grandi per fallire è "un problema molto grande," secondo il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. La regolamentazione finanziaria, secondo il numero uno della FED, non può essere fatta a meno che non sia affrontato adeguatamente il problema.

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