Italia ed effetti delle elezioni
Gli elettori italiani hanno sganciato una “bomba politica” sul resto d'Europa la scorsa settimana, minando la fiducia degli investitori e ricordando che la crisi finanziaria della zona euro è tutt'altro che finita. Le elezioni del nostro paese al fine di scegliere un nuovo governo che possa guidare il paese in questo momento complesso sono “fallite”. Nessun partito ha un supporto abbastanza forte per poter governare da solo. Addirittura si teme che nuove elezioni possano non essere lontane, anche se questo chiama alla mente lo “spettro Grecia”.
Ricordando infatti la debacle della scorsa estate con le elezioni in Grecia, è stato un caso di déjà vu per gli investitori. Le azioni italiane, infatti, sono cadute del del 4,9% nel primo giorno di negoziazione dopo i risultati elettorali. Nel corso della settimana, poi, il nostro indice azionario FTSE MIB ha chiuso in calo del 3,7% Il rendimento dei titoli italiani a 10 anni è salito al 4,78%, dal 4,44% che invece c'era prima della votazione.
Nonostante la paralisi politica, la calma è tornata in fretta. Questo perché, anche se con tutti i suoi problemi, l'Italia non è la Grecia. Inoltre, il paesaggio generale dell'Europa è cambiatao radicalmente nel corso degli ultimi nove mesi.
La Banca centrale europea, nel mese di settembre, ha istituito un meccanismo che dovrebbe impedire la diffusione transfrontaliera delle turbolenze finanziarie. Ciò significa che l'alterazione politica accaduta in Italia è una cosa gestibile, almeno in teoria. Questo dovrebbe essere un concetto rassicurante per gli investitori. Anche da un punto di vista del mercato delle valute, infatti, l'euro è salito contro le altre valute, in maniera particolare contro la sterlina britannica. La zona euro ha disperatamente bisogno di una crescita economica positiva per uscire dalla crisi in cui si trova, quindi deve evitare una ricaduta. La situazione è complessa, ma gestibile.