Cosa sarebbe successo se il Regno Unito fosse entrato in zona euro
Dieci anni fa Gordon Brown disse di no all’adesione del Regno Unito all'euro. Ma cosa sarebbe successo se l’ex primo ministro inglese avesse invece risposto diversamente, dando il suo “benestare” all’unione tra UK e Euro?
Secondo alcuni ci sarebbe stato un grande boom economico nel 2007 ed oggi si sarebbe alle prese con una crisi ben peggiore di quella contro cui si sta combattendo. Inoltre, La Gran Bretagna sarebbe ora lottando per uscire dalla zona euro, rendendo ancora più dura la vita per la moneta unica.
Altri invece guardano la cosa da un punto di vista più ottimistico e che guardano alle condizioni base che ci sarebbero state, per il paese britannico, nel caso di una sua accettazione. La Gran Bretagna avrebbe aderito all'euro solo se le condizioni generali fossero state vantaggiose per essa: la sterlina convertita in euro ad un tasso competitivo, le regole e la governance della zona Euro completamente riformate al fine di accogliere le preoccupazioni e gli interessi britannici, la Banca centrale europea che sarebbe stata più come la Federal Reserve degli Stati Uniti, ovvero con più spazio per l'attivismo fiscale e per lo stimolo monetario.
All'interno della zona euro, ad un tasso di cambio competitivo, le esportazioni della Gran Bretagna sarebbero salite alle stelle e questo settore si sarebbe ampliato. Le regole dell'euro avrebbero significato una politica fiscale meno spericolata, con le banche che sarebbero state più limitate a concedere prestiti per acquistare case. La Gran Bretagna sarebbe entrata nella crisi del 2008 con un'economia molto meno sbilanciata, un sistema bancario più forte e dei conti internazionali migliori, oltre che con un disavanzo pubblico molto meno acuto.
Se dunque la Gran Bretagna fosse entrata in zona euro, a questo punto sia il paese inglese che l'Europa tutta sarebbero potuto stare molto meglio di come in realtà si trovano oggi. Ma questo non lo sapremo mai, sono solo supposizioni.